Copertina per il racconto The shunned house

Copertina per il racconto The shunned house
Copertina per il racconto The shunned house, 1924

venerdì 18 aprile 2014

Filatures de Schappe, Rozzano


Nel comune di Rozzano, la terza conca del naviglio pavese e il suo salto d'acqua (in grado di produrre energia elettrica), permisero nel 1898 alla  Société Anonyme de Filatures de Schappe di Lione di erigere lo stabilimento per le fasi di pettinatura e cardatura delle fibre. Il semilavorato ottenuto veniva poi inviato ad altre filiali del gruppo per completare il ciclo produttivo.
Fino allo scoppio della seconda guerra mondiale,  le Filature di Rozzano furono una delle realtà industriali più importanti di tutta l’area sud di Milano.
Il conflitto purtroppo interruppe bruscamente le attività: essendo di proprietà francese, lo stabilmento venne infatti requisito dal governo italiano, e l'attività di fatto si interruppe per mancanza di materie prime. Successivamente, fu requisito dai tedeschi, e solo dopo la Liberazione tornò in mani francesi.
Ma a causa dei danni subiti, e soprattutto per la nuova concorrenza del nylon, nel 1953 la fabbrica chiuse definitivamente. Seguirà anche una causa per il risarcimento dei danni subiti  avanzata dai francesi contro l'Italia, senza che ciò potesse comunque portare alla riapertura dell'impianto, che da allora cadde nel più totale abbandono.


Oggi, la parte più suggestiva e interessante è il complesso di chiuse realizzate sul naviglio, quelle che permettevano di sfruttare la caduta d'acqua per ottenere energia dalle turbine.



La zona dei comandi è riparato da una tettoia, dove trovano alloggiamento le saracinesche  delle varie bocche di presa.





Qui vediamo la stessa inquadratura, a distanza di un secolo. A sinistra, la famiglia proprietaria posa accanto al salto d'acqua.

giovedì 17 aprile 2014

Cascina e villa Salterio, Moirago

Lungo il naviglio pavese, all'altezza della quarta conca, nel comune di Moirago, si incontra questo vasto complesso rurale, che pur trovando origine in un edificio monastico del 1300, ha raggiunto l'assetto attuale nel corso del 1700, per poi essere completato e ingrandito nel primo quarto dell'Ottocento, in concomitanza con l'apertura del naviglio.




Nel Novecento il complesso si è poi arricchito di ulteriori costruzioni.
L'impianto è caratterizzato da una bella villa padronale, porticata, arretrata rispetto al Naviglio, circondata da edifici per l'attività agricola: la casa del fattore, le abitazioni dei salariati, la grande stalla. Non manca la torre colombaia, che risponde alla doppia esigenza di luogo per l'allevamernto dei colombi, e di torretta per il controllo dei campi circostanti, nonchè dei natanti in movimento sul naviglio.


L'intero borgo è cinto per due lati da un muro in mattonato, accanto al quale scorre una roggia.
Il lato che si affaccia sulla strada alzaia è invece protetto da una lunga, monumentale, cancellata.
L'impatto visivo è molto scenografico, anche se l'abbandono in cui versa la parte prettamente agricola è totale.

La villa invece  si è salvata dall'incuria, e attualmente è in vendita.
Del complesso invece è appena iniziato un imponente progetto di recupero e salvaguardia, che dovrebbe portare alla realizzazione di almeno due distinti lotti abitativi. Inoltre, una parte sarà destinata ad uso pubblico.
Il cantiere peraltro sta subendo numerosi intoppi, dovuti anche a incendi dolosi.



Antica pietra miliare: Cascina santa Marta, Trezzano e Zibido.